L’EFSA ha pubblicato una relazione tecnica che sintetizza i dati di monitoraggio del 2021 sulla presenza di residui di medicinali veterinari e di alcune sostanze negli animali e nei prodotti di origine animale in Unione europea, Islanda, Norvegia e Regno Unito (Irlanda del Nord).
Tale documento, nell’ambito dei programmi di monitoraggio, tiene conto dei diversi ambiti legislativi europei che vanno a definire gli LMR consentiti negli alimenti di suddette sostanze nella catena alimentare (Reg. UE n. 37/2010), nonché gli LMR dei pesticidi (Reg. CE 396/2005), ecc.
Nel 2021, tutti i 27 Stati membri dell’UE, Islanda, Norvegia e Regno Unito (Irlanda del Nord) hanno comunicato nel quadro del monitoraggio dei residui i risultati di 621.205 campioni.
Un totale di 351.637 campioni mirati e 4.562 sospetti, 262.203 campioni raccolti nell’ambito di altri programmi sviluppati nell’ambito della legislazione nazionale e 2.803 controllati all’importazione.
L’analisi dei dati presentata è stata incentrata sui campioni mirati, ove i campioni sono stati raccolti attraverso altre strategie di campionamento (sospetti, importati o “altri”) che non seguono però un piano di monitoraggio specifico; pertanto, i risultati relativi a tali campioni sono stati riportati separatamente dai risultati relativi ai campioni mirati.
La maggior parte dei Paesi ha soddisfatto i requisiti relativi alla frequenza di campionamento stabiliti nella Direttiva 96/23/CE e nella Decisione 97/747/CE. Tuttavia, è importante notare che la frequenza minima di campionamento non è stata raggiunta a causa delle misure generali imposte nell’ambito della situazione pandemica di Covid19.
Complessivamente, su 351.637 campioni mirati, 837 sono risultati non conformi nel 2021 (0,24%).
Per quanto riguarda le sostanze del Gruppo A, non sono stati segnalati campioni non conformi per il sottogruppo A1 sugli stilbeni e derivati. Per gli agenti antitiroidei (A2), c’è stato lo 0,31% di campioni non conformi, tutti registrati per i tiouroidi. Nel gruppo degli steroidi (A3), c’è stato lo 0,16% di campioni non conformi in bovini (0,12%), suini (0,18%), pollame (0,11%), carne di coniglio (1,89%) ed ovini e caprini (1,46%). Nel gruppo dei lattoni dell’acido resorcilico (A4), lo 0,05% dei campioni è risultato non conforme in bovini (0,06%) e suini (0,07%). Per quanto riguarda i beta-agonisti (A5), sono stati riportati due campioni non conformi, uno per il clenbuterolo e uno per il sulbatamolo nei bovini.
Le sostanze vietate (A6) sono state trovate nello 0,03% dei campioni. Le sostanze identificate sono state cloramfenicolo (11), semicarbazide (6), metronidazolo (4), AMOZ (5-metilmorfolino-3-ammino-2-ossazolidone) (3), furaltadone (1), dimetridazolo (1) e AOZ (3-amino-2-oxazolidone) (1).
Per quanto riguarda il gruppo B1 (antibatterici), lo 0,14% dei campioni analizzati nell’ambito del monitoraggio sono risultati non conformi. La frequenza più alta per i residui di antibatterici è stata riscontrata nel miele (0,96%), con la sulfametazina che è stata la sostanza più frequentemente segnalata (3 non conformi).
Nel gruppo B2 (residui di altri farmaci veterinari), lo 0,13% dei campioni analizzati è risultato non conforme; la percentuale più alta di campioni non conformi è stata riscontrata per i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) (sottogruppo B2e) (0,25%). Per quanto riguarda i FANS, i campioni non conformi sono stati riportati per diverse specie – bovini (0,42%), cavalli (0,75%), suini (0,01%) e pollame (0,18%) – e latte (0,47%). I casi di non conformità per gli antielmintici (B2a) sono stati segnalati in bovini (0,06%), selvaggina d’allevamento (0,40%), latte (0,04%), suini (0,05%) e ovini e caprini (0,23%).
Per quanto riguarda gli anticoccidici (B2b), lo 0,11% dei campioni analizzati non è risultato conforme e sono stati segnalati tra le diverse specie – suini (0,06%), pollame (0,07%), carne di coniglio (0,87%) e ovini e caprini (0,23%) – e uova (0,42%). Dal 2009 è stata osservata un’importante diminuzione nella frequenza dei campioni non conformi per gli anticoccidici (B2b) nel pollame. Non sono stati segnalati campioni non conformi per piretroidi (B2c) o sedativi (B2d). Sono stati segnalati campioni non conformi per “altre sostanze farmacologicamente attive” (B2f) in bovini (0,16%), miele (0,37%), suini (0,03%) ed ovini e caprini (0,12%).
Nel gruppo B3 (“altre sostanze e contaminanti ambientali”), gli “elementi chimici” (B3c) hanno registrato il più alto numero di casi non conformi (2,59%) tra tutti i sottogruppi di residui analizzati. Risultati elevati di non conformità sono stati riportati anche in passato per B3c, ma il tasso di non conformità nel 2021 è stato inferiore rispetto ai risultati degli anni precedenti. Sono stati segnalati campioni non conformi per i composti organoclorurati (B3a) e composti organofosforici (B3b); rispettivamente 0,13% e 0,02%.
Per le micotossine (B3d), sono stati segnalati campioni non conformi per bovini (0,30%), latte (0,36%) e suini (0,16%) e quelli identificati sono per Zearalenone e Aflatossina M1. Per quanto riguarda i coloranti (B3e), sono stati segnalati campioni non conformi per l’acquacoltura (0,40%); le sostanze sono “somma di violetto di cristallo e violetto di leucocristallo” e “somma di verde malachite e verde leucomalachite”.
Per quanto riguarda le “altre sostanze” (B3f), sono stati segnalati campioni non conformi per bovini (1,31%), uova (0,07%), animali selvatici (0,7%) e animali da cortile (0,5%), selvaggina (12,70%), miele (1,50%) ed ovini e caprini (1,10%). Le sostanze identificate erano “composti di rame”, acetamiprid, cloruro di didecildimetilammonio e fipronil; tutti e quattro i residui sono considerati prodotti fitosanitari e/o biocidi.
Complessivamente, la percentuale di campioni non conformi nel 2021 (0,17%, considerando qualsiasi strategia di campionamento) è stata inferiore rispetto ai 12 anni precedenti (0,19%-0,37%).
Lo stesso schema generale è stato osservato per i campioni mirati nel 2021 (0,24% di campioni non conformi) rispetto ai 4 anni precedenti (0,27%-0,35% di campioni non conformi).
Rispetto ai risultati del 2017, 2018, 2019 e 2020, nel 2021 la frequenza dei risultati non conformi è diminuita per gli antitiroidei (A2); mentre, per gli steroidi (A3) e i lattoni dell’acido resorcilico (A4), la frequenza dei risultati non conformi è stata superiore a quella del 2020 ma inferiore rispetto agli anni precedenti.
Per quanto riguarda le sostanze proibite (A6), rispetto al 2020, la frequenza di non conformità nel 2021 è stata maggiore, anche se in linea con quella del 2017 e del 2018. Diminuzioni rispetto a tutti gli anni precedenti sono state rilevate per le “altre sostanze” e i contaminanti ambientali (B3), elementi chimici (compresi i metalli) (B3c) e i coloranti (B3e). Rispetto al 2020, la frequenza di non conformità è rimasta stabile, per antibatterici (B1), antielmintici (B2a), piretroidi (B2c) e sedativi (B2d); per gli anticoccidici (B2b), per i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) (B2a) e per i sedativi (B2d). La frequenza di non conformità è stata elevata, invece, per gli antinfiammatori non steroidei (FANS) (B2e), per le “altre sostanze farmacologicamente attive” (B2f), composti organoclorurati (B3a), composti organici (B3a), composti organofosforici (B3b) e micotossine (B3d). Infine, è stato riscontrato un forte aumento rispetto a tutti gli anni precedenti per le “altre sostanze” (B3f).