Anche quest’anno il Ministero della Salute ha pubblicato, in collaborazione con le autorità competenti regionali e locali, i laboratori nazionali di riferimento e gli istituti zooprofilattici sperimentali, la Relazione finale del Piano Nazionale Residui riferita all’anno 2019. Tale documento prende in considerazione la ricerca delle sostanze farmacologicamente attive autorizzate nei medicinali veterinari, le sostanze vietate, i contaminanti negli animali vivi, nei loro escrementi e nei liquidi biologici, negli alimenti per animali e nell’acqua di abbeveraggio nonché nei tessuti e negli alimenti di origine animale. Il campionamento si effettua in fase di allevamento e nella fase di prima trasformazione dei prodotti di origine animale.
Nel 2019 sono stati analizzati 35.400 campioni suddivisi per le 3 attività: Piano 31.705, Extrapiano 2.353 e Sospetto 1.342 (56 non conformi), di cui rispettivamente 26 e 5 non conformi.
L’attività è comparabile con quella del 2018, con un aumento del numero dei campioni prelevati nell’ambito del Piano mirato e del Sospetto e una diminuzione del numero di campioni prelevati in Extrapiano. In generale si riscontra un aumento del numero totale delle determinazioni analitiche (344.686 vs 325.383 del 2018).
Il piano presenta alcune novità: sono stati programmati campionamenti da animali, spediti da altri Stati Membri ed inviati direttamente ad uno stabilimento di macellazione italiano, attività programmata dagli UVAC, inserimento di campionamenti di cervidi nell’ambito della selvaggina allevata; inoltre, un focus sull’attività analitica, ove ogni campione è stato analizzato per molecola o gruppo di molecole, al fine di garantire la copertura delle ricerche richieste dalle norme comunitarie, per una o più sostanze appartenenti allo stesso gruppo o a gruppi differenti.
Nel 2019 i campioni, nell’ambito del Piano mirato, hanno fornito risultati irregolari per presenza di residui (26) pari allo 0.1 % del totale dei campioni prelevati. Non sono state rilevate non conformità in prodotti/animali provenienti dagli altri Stati Membri ma solo in prodotti/animali di provenienza nazionale. La maggior parte delle non conformità è riferibile al superamento dei limiti massimi di residui per le sostanze antibiotiche, seguiti da coloranti e cortisonici. Per i settori produttivi, la maggior parte delle non conformità sono riferibili a suini, bovini e latte.
Relativamente alle attività in Extrapiano emerge la criticità riscontrata negli anni precedenti della mancata programmazione delle attività in NSIS di diverse Regioni/P.A.: risulta che alcuni campioni siano stati erroneamente classificati in tale ambito, essendo invece stati prelevati in altre attività. Il numero di non conformità relativo è pari a 5 (0,2% totale dei campioni prelevati).
Invece per il sospetto, vi è una predominanza della ricerca di sostanze autorizzate: in particolare antibiotici, cortisonici e antinfiammatori non steroidei per i campionamenti effettuati (56 non conformità pari al 4,1% del totale dei campioni).
Altro focus della Relazione è sugli antibiotici: su un totale di 31.705 campioni totali analizzati per tutte le sostanze e le matrici previste, 9.139 (circa il 28%) sono stati analizzati per la ricerca di sostanze antibiotiche. Segue la valutazione dell’esposizione della popolazione a sostanze antibatteriche attraverso il consumo di alimenti di origine animale utilizzando un modello di stima che consente di definire un profilo orientativo di riferimento per individuare potenziali aree di rischio.
Nel Report infine si sottolinea che il 2019 è stato il secondo anno di rendicontazione delle attività con il nuovo sistema di raccolta dati, attraverso il formato dello Standard Sample Description ver. 2.0 (SSD2) adottato per assolvere al debito informativo nei confronti della Commissione europea e di EFSA. Si registra rispetto allo scorso anno un miglioramento per quanto riguarda le performance delle diverse Regioni/P.A., che hanno portato al raggiungimento degli obiettivi comunitari per tutte le specie.