RASFF – Pubblicata la relazione annuale 2021 del Ministero della Salute

Pubblici anche per il 2021 i dati raccolti dal sistema RASFF (Sistema di Allerta Rapido per Alimenti e Mangimi), ove risultano trasmesse 4588 notifiche vs 3783 del 2020 riferiti allo scorso febbraio. Emerge che nel 2021 è stato raggiunto il picco di notifiche; di queste, 4084 hanno riguardato l’alimentazione umana, 234 l’alimentazione animale e 270 notifiche per i MOCA.

Nella distinzione delle notifiche, le più numerose sono state le notifiche di “Border Rejection” – 1456, seguite dalle “Alert Notification – 1455, mentre le restanti hanno riguardato le “Information Notification”. Dal confronto con l’anno precedente si evince che l’incremento maggiore ha riguardato le “Border Rejection”, aumentate in maniera significativa.

In tale contesto è da considerare il riscontro dell’ETO (ossido di etilene – espresso come somma di ossido di etilene e del suo metabolita 2-cloro etanolo – in vegetali, spezie e in additivi per un totale complessivo di 468 segnalazioni, ove negli additivi, ha inoltre comportato un’estensione dei prodotti coinvolti non conformi (379 segnalazioni). Per tale argomento l’Ufficio VIII del Ministero della Salute ha riservato un capitolo ad hoc nella relazione, poiché sono stati ritirati/richiamati prodotti che contenevano semi di sesamo contaminati o in additivi utilizzati in prodotti derivati.

Il Paese che ha trasmesso maggiori notifiche è stata nuovamente la Germania (760 vs 526 del 2020), a seguire Spagna (523) e Olanda (445 vs 300 del 2020), l’Italia ne ha trasmesse 387, con ultima la Finlandia con 126 segnalazioni.

Risulta il 71% degli alimenti/mangimi/MOCA oggetto delle notifiche effettuate dall’Italia (pesce e derivati, frutta a guscio, prodotti a base di noci e semi, frutta e verdura) che, insieme a Spagna e Turchia, sono i principali Paesi interessati dalle segnalazioni con il 42% sul totale delle notifiche. In 68 casi i prodotti sono stati oggetto di distribuzione all’estero.

I pericoli sanitari maggiormente riscontrati nelle notifiche attivate dall’Italia riguardano principalmente le micotossine (17%), i metalli pesanti (14%), gli additivi (13%), i microrganismi patogeni (13%), ed i residui di pesticidi (12%).

Per quanto riguarda i Paesi di origine dei prodotti oggetto delle notifiche trasmesse dal RASFF, i prodotti di origine italiana risultati irregolari sono stati 172 pari al 3% del totale (125 nel 2020, 146 nel 2019 e 156 nel 2018). Il Paese che ha ricevuto il maggior numero di notifiche per prodotti non conformi è la Turchia (611) equivalente al 12% di origine dei prodotti non conformi, seguita da India (380), a pari merito con la Polonia (380).

Le non conformità riscontrate nei prodotti di origine italiana hanno riguardato molluschi bivalvi (23 pari al 13,4%), cereali e prodotti da forno (21 pari al 12,2%), frutta e vegetali (19 pari all’11%), latte e prodotti a base di latte (17 pari al 9,9%), prodotti della pesca (11 pari al 6,4%), carne e prodotti a base di carne (diversa dal pollame) (10 pari al 5,8%), additivi alimentari (9 pari al 5,2%), prodotti dietetici e integratori alimentari (8 pari al 4,7%) e materie prime per mangimi (8 pari al 4,7%). Rispetto all’anno precedente si nota l’aumento del numero di notifiche in additivi alimentari ed integratori, dovuto principalmente all’attivazione di notifiche per il rinvenimento dell’ETO.

I principali pericoli notificati attraverso il RASFF per l’anno 2021 hanno riguardato contaminazioni microbiologiche, (63 pari al 35%), residui di pesticidi (37 pari al 20,6%), corpi estranei (19 pari al 10,6%), allergeni non dichiarati in etichetta (11 pari al 6,1%), metalli (11 pari al 6,1%), composizione (8 pari al 4,4%), additivi (7 pari al 3,9%) e micotossine (6 pari al 3,3%); tra i contaminanti microbiologici, la Salmonella spp., Listeria monocytogenes ed Escherichia coli.

Il report infine fa una distinzione tra problematiche sanitarie riscontrate per ciascuna categoria di alimenti, costante nella maggior parte, anche se per la frutta e la verdura risultano raddoppiate; di contro diminuite su frutta secca e semi, nonché un legger aumento per spezie e MOCA.

Per quanto riguarda l’alimentazione animale sono pervenute 173 notifiche vs 172 del 2020 (mangimi, mangimi composti, additivi per mangimi e premiscele). Nei mangimi la presenza di microrganismi patogeni ha rappresentato la metà delle segnalazioni (50%), tutti appartenenti a Salmonella; diversamente nei mangimi composti il pericolo maggiormente rilevato è attribuito al riscontro di additivi non autorizzati e/o oltre i limiti (36,4% – residui farmacologici), nelle premiscele le non conformità erano equamente distribuite tra additivi non autorizzati e metalli pesanti (50%).Ne risulta che l’origine è varia ma il paese con maggior segnalazioni è la Germania, segue Belgio e Francia.

Per il pet food risultano 33 notifiche e sono state rilevate 36 non conformità (danger) che comportano un rischio per la salute umana, corrispondenti a 42 pericoli specifici (hazard). Il numero maggiore di non conformità, 13 (pari al 36,1% del totale delle non conformità per pet food), è associato alla presenza di microrganismi patogeni di Salmonella. Anche in questo caso è stata la Germania che, insieme a Paesi Bassi ed India, ha effettuato il numero maggiore di notifiche.

Nelle conclusioni della relazione il Ministero esorta gli operatori a porre maggiore attenzione alla riduzione dei pericoli negli alimenti attraverso una più efficace attività di autocontrollo, inclusa la verifica dei fornitori e delle materie prime. Importante tassello in tale contesto, risulta la comunicazione con i cittadini, di cui la pubblica amministrazione si fa parte attiva attraverso l’utilizzo di strumenti digitali, tra produttori, consumatori ed autorità competenti, al fine di tutelare la salute. Il Ministero ha reso operativa, di fatto, una specifica area del portale per la pubblicazione dei richiami degli OSA per raggiungere con immediatezza i cittadini – nel 2021 sono stati pubblicati 479 richiami con numerose visualizzazioni.